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Carla Chambel | Gavião, un Alentejo diverso

Abbiamo invitato alcuni artisti portoghesi a parlarci di qualcosa che è loro caro: l’entroterra portoghese. Andiamo a esplorare zone spesso poco conosciute in un viaggio di scoperta e di condivisione di luoghi che loro conoscono meglio di chiunque altro e che hanno avuto un significato particolare nella loro vita.

Carla Chambel, attrice e doppiatrice, ha un legame speciale con Gavião, terra d’origine dei suoi genitori e dei nonni, dove custodisce i migliori ricordi d’infanzia.

«Abbiamo tutti un entroterra, che ci abbraccia all’arrivo e di cui sentiamo nostalgia alla partenza. […] Questi sono i miei luoghi magici, nel mio entroterra.»

 


@morfeum

Gavião e il territorio circostante sono zone ricche di paesaggi naturali. Che cosa consiglieresti di visitare in questa zona?
Gavião si trova in un angolo particolare dell’Alentejo: confina sia con la Beira Baixa che con il Ribatejo e riflette perciò le influenze di questi territori nel suo paesaggio, nella forma delle case, nella gastronomia e nelle tradizioni culturali. Come recita lo slogan del Comune: “Gavião, un Alentejo diverso”. I campi lasciano spazio ai monti e ai boschi ricchi d’acqua.

Come prima cosa, è come ci si arriva a fare la differenza: dalla Beira Baixa, il treno regionale segue un percorso assolutamente magnifico lungo il corso del Tejo per poi arrivare alla stazione di Belver. Da lì possiamo vedere il superbo Castello dell’ordine degli Ospitalieri: qui, in una cappella molto caratteristica, un altare costituito da pannelli con vari santi pare costudisca una reliquia di ciascuno di questi. Se ti piacciono le feste, in giugno c’è sempre una festa medievale a Belver, che s’inserisce perfettamente nell’ambiente della cittadina. Da questa sponda del Tejo si può visitare il Museo del Sapone, che si trova nell’ex scuola elementare, il Museo delle Coperte e della Tappezzeria e i dolmen di Penedo Gordo.

Sull’altra sponda del Tejo è d’obbligo andare alla spiaggia fluviale di Alamal, che fa parte di un sentiero costituito da una passerella che segue il Tejo e che parte dal ponte di Belver. Sulla spiaggia, oltre a qualche tuffo, si può vedere la colonia di anatre mute che qui nidificano, oppure godersi un pranzo o qualche stuzzichino al Ristorante da Carlos. Una passeggiata per l’antica tenuta di Alamal rivela poi dei piccoli tesori, come la fontana a forma di lucertola, ma tanti scorci semplicemente perfetti per foto superlative. Se vuoi vivere al massimo il fiume, si possono noleggiare le canoe oppure fare un giro sulla barca attraccata proprio lì sulla spiaggia.

 


©Gerador

I sapori e gli aromi di questa regione sono una vera fonte d’ispirazione. Quali sono le delizie imperdibili?
Ancora una volta, trattandosi di un “Alentejo diverso”, il pesce qui è il re. Nello specifico, il pesce di fiume. Consiglio sicuramente la volpina o il persico trota grigliati, accompagnati da un pancotto con le uova. Ci sono anche le migas – quindi sempre pancotto – con cavoli e fagioli che accompagnano la costata di maiale. Per i dolci non mi posso dimenticare della torta alla cannella e miele del panificio che si trova proprio nel centro della cittadina di Gavião. Anche i biscotti al miele sono famosi. Queste, come altre specialità, possono essere provate alla Fiera Gastronomica che si tiene sempre nella terza settimana di luglio.

Dal Castello di Belver si gode di una vista spettacolare sul fiume Tejo e su tutto il paesaggio circostante. Che altri punti panoramici o posti “speciali” ci sono in questa zona?
Vicinissimo al Castello c’è il sentiero della Fonte Velha (Fonte Vecchia), il quale fa parte di un percorso escursionistico ed è arricchito da diverse scultore di autori contemporanei. Per un tratto questo sentiero ripercorre un pezzo di un’antica strada romana, mostrandoci tutta la bellezza della valle del Tejo.

Un altro posto che adoro visitare è la Diga di Belver. Le sei imponenti chiuse dividono paesaggisticamente il fiume, creando due dimensioni completamente diverse dello stesso.

Per chi ama i castelli, si può anche fare un salto a quello di Amieira do Tejo e visitare la zona più prossima alla cittadina di Nisa.


©Gerador

Il patrimonio storico di Gavião fa parte del tuo mondo interiore. Cosa puoi raccontarci di questo aspetto?
Le storie dei miei nonni e dei miei genitori mi hanno aiutata a capire meglio come fosse il mondo e la vita a metà del XX secolo. Le invasioni francesi (da cui, probabilmente, ha preso origine il mio cognome), l’oro nascosto nelle pareti, il negozio dei nonni che serviva tutto il paesino, la prima radio, la prima televisione, i lupi, quella conoscenza di rimedi e preghiere che curavano i mali. Mille storie che incantavano tutti.

Ricordi di com’erano i letti durante le feste, ossia durante le vacanze o a Natale, per farci stare tutti. Andare a raccogliere le olive, le mandorle, le noci, l’uva e le ciliegie.

Quando ero già adulta i miei genitori comprarono una vecchia tenuta, la Quinta da Côca, dove abbiamo passato i Natali più felici e i ritrovi di famiglia. Lì sono anche riuscita a fare una masterclass sul Giardino dei ciliegi di Anton Čechov (avevamo appunto un ciliegio), che ha offerto ai cittadini di Gavião un momento culturale speciale.

Mi ricordo anche della riapertura del Cine-Teatro Francisco Ventura, un drammaturgo locale, con una sua piece diretta da João Mota e messa in scena dalla Compagnia Comuna Teatro de Pesquisa, verso la fine degli anni ‘90.

Tante, proprio tante cose... Per finire, mi ricordo con nostalgia di quando bevevo l’acqua fresca dalla brocca in alluminio, oppure del boccale in terracotta e di quando ascoltavo le barzellette spinte della prozia Catarina.


@morfeum


Durante il viaggio a Gavião, Carla Chambel è stata accompagnata dall’instagrammer portoghese @morfeum, vincitore del premio "Miglior Instagrammer" dell’ultima edizione de "Insties Gerador".

"Viaggi nel mio Entroterra" è un’iniziativa di Visitportugal e della piattaforma di comunicazione Gerador.


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